ALLE DONNE VOGLIO DIRE: VOLETEVI BENE!

Siamo chiamati a scegliere che tipo di persone vogliamo essere. E sarebbe bello se, in questo momento di follia collettiva, voi sceglieste di fare la differenza, di essere originali. Di essere gentili, affettuosi, amorevoli verso le vostre compagne. Alle ragazze auguro di essere libere, di essere voi stesse e di non lasciarci convincere che c’è qualcosa che non va in voi. Il tempo trascorso lasciando che qualcuno ci ferisca non ritorna. Ho imparato che esiste un solo tipo di amore: quello buono, che ti rende felice, che ti sprona a migliorare, che è indipendenza e libertà. Per amare nel modo giusto non bisogna avere fretta. E’ necessario conoscere prima se stessi e darsi il tempo di conoscere l’altro
Lucia Annibali
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Alle donne voglio dire voletevi bene, tanto, tantissimo. Credete in voi stesse e sappiate che ogni atto di violenza subita non dipende mai da voi che amate l’uomo sbagliato ma da lui che lo commette
Lucia Annibali
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Voglio ringraziare il mio volto ferito che mi ha insegnato a credere in me stessa, a fare un salto verso la persona che ho sempre desiderato essere. Oggi mi sento padrona della mia vita e dei miei sentimenti. Ho un progetto da cui ripartire per avere una vita felice. Il mio volto sono io. Parla di me, del mio dolore e della mia speranza
Lucia Annibali
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Oggi non mi dilungherò sui singoli episodi che hanno caratterizzato la mia personale storia. Non credo sia necessario perché chi come me ha vissuto un amore disturbante e distruttivo conosce già il dolore, quello profondo, lacerante e paralizzante. Oggi mi sento abbastanza pronta per provare a dare un contributo costruttivo e comunicare la speranza che da quel dolore si può uscire, si può, a poco a poco, guarire la ferita.

Sicuramente il primo passo per la guarigione è capire, cosa ci sta succedendo e con chi si ha a che fare. E questo è possibile solo con la terapia. Capire con chi si ha a che fare è infinitamente triste, lo so, ma è comunque il primo passo. A me ci è voluto un po’ di tempo, ma anche nei momenti più bui ho sempre confidato nella mia intelligenza e quindi nel fatto che non avrei mai potuto accontentarmi di una vita  tanto misera. E alla fine l’istinto di sopravvivenza è scattato, quando ho capito che la mia esistenza poteva solo peggiorare. In quel momento finalmente ho iniziato a prendermi cura di me stessa. Mi sono riappropriata della mia mente, del mio corpo e del mio tempo.

I sentimenti che provo oggi, in questo momento, sono: la paura di permettere a qualcun altro di controllare la mia mente; un senso di tristezza per il tempo passato che non ritorna; una rabbia latente per il male e l’inganno subiti. Ma sto lavorando su me stessa, per sanare il mio cuore spezzato infinite volte e il mio corpo altrettanto violato. Sto lavorando su me stessa per imparare ad avere comprensione per me e a volermi bene. La comprensione e l’amore per se stessi sono la cura e imparare questo, giorno dopo giorno e passo dopo passo, grazie alla terapia, è un’esperienza commovente (infatti mentre lo scrivo sto piangendo) ed emozionante; è un meraviglioso viaggio dentro te stessa che ti insegna ad amarti e a farti amare nel modo giusto, nel modo in cui meriti.

La comprensione e l’amore per noi stessi ci rendono meno vulnerabili e colmano gran parte di quel senso di solitudine che ci portiamo dentro e che ci rende facili prede. Oggi sto lavorando su me stessa per imparare a dare ascolto e voce ai miei sentimenti, ai miei pensieri, ai miei desideri e al mio corpo. Perché voglio essere protagonista dei rapporti che vivo, non una passiva spettatrice. Spero che la mia testimonianza possa essere d’aiuto a chi ancora sta soffrendo tanto. A queste persone dico di non smettere mai di lottare, anche quando si è stremati. Un forte abbraccio a tutti, la mia solidarietà e a morte i vampiri!
Lucia Annibali
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I giorni di un ustionato in ospedale sono visite e poi altre visite e altre ancora. Sono montagne da scalare a ogni medicazione, sono sonni agitati e dolore fisico difficile da spiegare con le sole parole. Ci vorrebbero le immagini della pelle che cambia colore, che muore e si stacca, che finisce in bocca con il suo sapore amaro, che brucia come il sale su una ferita. Ci vorrebbe una parola da inventare per rendere l’idea di mille spilli che trafiggono la faccia e tante piccole chele che la stringono fino a farla sanguinare
Lucia Annibali
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Adesso rileggendo nella mia mente tutto assieme, questo racconto, risento addosso quel senso orribile di insicurezza che non mi faceva vivere. Ci metto qualche secondo a tornare al presente e decifrare il luogo in cui mi trovo: ‘’È tutto finito, Luci. Sei in ospedale al sicuro, sono solo ricordi’

Lucia Annibali
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