AMETàSTRADA – FòLE E POESIòLE * GIANFRANCO BREVETTO

Nel luogo dove sono, che poi un luogo non è, mi diverto e credo che difficilmente verrò via. Qui tutto è estremamente concreto, anche le cose più fantasiose ed impensabili. A differenza di altri luoghi, qui tutto è preso molto sul serio. Anche le rime delle filastrocche. Insomma, quando si scrive per i bambini occorre scrivere seriamente. La regola principale è quella del reciproco rispetto. E loro ci tengono. Son dei bambini, non degli stupidi!
G.Brevetto – ametàstrada
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Le storie per i bambini non devono mai essere delle frottole, delle bugie (Pinocchio, di bugie, ci stava morendo). Mai fingere o irrigidirsi. Al contrario, occorre lasciarsi andare, liberamente, alla realtà di ogni giorno. Alle piccole cose che passano inosservate ai più. Le parodie, in fondo, annoiano tutti. Io qui, dove mi trovo, a Ametàstrada, ho ancora tanto da imparare.
G.Brevetto – ametàstrada
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OVUNQUE TU GUARDI
CI SONO PAROLE,
LIBERE VANNO
LE LEGGE CHI VUOLE.
A VOLTE MI FERMO,
NON SO COSA FARE,
DAVANTI ALLE FRASI
MI METTO A PENSARE.
PENSARE ALLE DAME,
AI FANTI, AI RE,
ED ORA SON LORO
CHE CERCANO ME.

G.Brevetto – ametàstrada
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IL BARONE PEROPERO
LATINISTA E CONDOTTIERO
ORMAI VECCHIO E MALANDATO
VIVE SOLO E RELEGATO
ED IL MAL CHE PIÙ L’AFFLIGGE
IL PENSIER CHE LO DISTRUGGE
NON SON CERTO LE LEGIONI
CHE HA CONDOTTO IN OGNI DOVE
DI PAESI E DI REGIONI
IL RICORDO LO COMMUOVE
BENSÌ UN DUBBIO MAI CELATO
ED IL TARLO RADICATO
DI RIPETER OGNI MINUTO
LUPO, LUPUM, LUPE, LUPO
PER RISOLVER LA QUESTIONE
DELLA SUA DECLINAZIONE
G.Brevetto – ametàstrada
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