FRASI DI Vimala Thakar

La meditazione è lo stato in cui c’è una consapevolezza senza sforzo e senza scelta di ciò che la vita è dentro e intorno a noi. Si tratta dunque di uno stato, di un modo d’essere, non di un’attività.

 Vimala Thakar
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Nessuno insegna come la vita, lanciando sfide sempre nuove, sempre diverse. Ogni alba porta una nuova sfida sulla soglia di casa. Ogni rapporto porta una nuova sfida sulla soglia di casa. Ogni rapporto porta una nuova sfumatura dell’incresparsi della vita. Perciò la vita è sempre ansiosa di insegnare a chi è disposto a imparare da sé.

Vimala Thakar
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Bisogna imparare che cos’è l’osservazione. Se io sono colui che esperisce, allora verrò coinvolto nel processo di esperire, e non sarò capace di osservare il movimento della mente. Mentre sedevamo per qualche minuto in silenzio, dovete aver notato il pianto di un bambino. La mente faceva resistenza? Se la mente resiste allora c’è una frizione, e la frizione sfocia nella noia e nell’irritazione, e lo stato di osservazione va perduto. Ogni reazione nasce dalla resistenza. Non resistete. Avete mai notato le resistenze agli eventi della vita? L’emozione crea una resistenza, una divisione. Voi volete interpretare l’evento, identificarlo, riconoscerlo, valutarlo, dargli un’etichetta e collocarlo nella memoria sotto qualche categoria, in modo che tale esperienza vi sia utile per un’ulteriore interpretazione degli eventi. Desideriamo avere una difesa, e le esperienze sono parte del meccanismo di difesa, così come lo è la conoscenza. Abbiamo paura di essere esposti alla vita, di vivere in uno stato di innocenza, di assoluta, incondizionata vulnerabilità al nudo tocco della vita così com’è. Vogliamo coltivare le resistenze, acquisire risposte sotto forma di esperienza, immagazzinarle nella memoria, cosicché si possa aprire il cassetto o lo schedario della memoria, riferirsi a esso ogni qualvolta ci sia una sfida e tirar fuori la risposta condizionata. Avete notato quanto è monca, sbilanciata la crescita dell’uomo? Egli ha raffinato il cervello perdendo l’eleganza della semplicità; ha perso la capacità di guardare le cose senza nessun movente, con innocenza, senza trasformare l’atto e l’oggetto di osservazione in un mezzo volto a un fine. L’eleganza, la bellezza della semplicità e dell’innocenza sono perse per l’uomo. Occorre crescere verso la vulnerabilità, la tenerezza, la duttilità della meditazione e allora soltanto l’uomo sarà degno del proprio nome.L’uomo vive in uno stato più o meno nevrotico. Le nostre risposte sono inibite, le nostre percezioni condizionate. Non c’è alcuna spontaneità nella vita. Soltanto un processo meccanico di reazione in conformità con il condizionamento, la tradizione, le ambizioni, i movimenti personali e così via. Occorre stare quietamente con se stessi per un po’ di tempo a osservare il movimento del pensiero, nello stato di osservazione. Bisogna impararlo, perché, non appena vi ponete nello stato di osservazione, riemerge la vecchia abitudine dell’introspezione, della valutazione. In una frazione di secondo lo stato di osservazione può andar perduto: allora diventate il giudice, colui che fa, colui che esperisce. Bisogna educarsi di giorno in giorno.Non è facile quello stato di osservazione in cui non fate qualcosa, in cui non siete attivi, né inattivi, in cui non state oziando e nemmeno non facendo; in cui l’attività mentale dualistica è tenuta in acquiescenza e resta attiva soltanto l’osservazione, né colui che fa, né colui che esperisce

Vimala Thakar
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La meditazione è uno stato dell’essere totale. Il corpo è totalmente rilassato. In questo rilassamento completo si libera una nuova energia. Chi vive continuamente in questo totale rilassamento, possiede tale infinita energia creativa, che lo mantiene eternamente fresco e spontaneo. La freschezza è il contenuto dell’innocenza. Totale rilassamento e totale rigenerazione vanno sempre insieme. Sembra che nello stato di meditazione l’intelligenza usi il corpo e la mente senza alcuna tensione, conflitto o contraddizione; in genere i pensieri e le emozioni nascono da alcuni moventi e sfociano in tensione neurologica o pressione chimica. Il pensiero è attaccato alla coscienza dell’io. È incatenato al noto, al passato e a tutto il condizionamento che costituisce la nostra coscienza. Il movimento cerebrale che scaturisce dall’ego sfocia in tensioni nervose. Finché il movimento cerebrale è radicato in moventi, tensioni, ambizioni o sentimenti del genere, non può esserci rilassamento. Senza rilassamento non può esserci spontaneità. A differenza dei movimenti mentali, il movimento senza tensioni non vi esaurisce. Quando si cresce in questa nuova dimensione della vita, diventa possibile muoversi attraverso una quantità di relazioni diverse senza lasciarsi dietro alcuna cicatrice di memoria. Si cresce in un modo di vivere interamente nuovo. Si usa il corpo in modo diverso, si usa la mente in un modo qualitativamente diverso. Persino l’uso della parola passa attraverso un cambiamento radicale. Tali cambiamenti non sono prodotti da uno sforzo cosciente: hanno luogo con naturalezza, facilità e grazia. La trasformazione è un evento che ha luogo spontaneamente. Non si può mai produrre intenzionalmente.

Non appena prendete la determinazione di produrre una trasformazione, diventate vittima delle tensioni cerebrali. La purezza non si può trapiantare artificialmente. Deve crescere dentro di me. Gran parte di noi è vittima dell’irrequietezza verbale. Siamo schiavi di una verbalizzazione non accurata. Pochissimi di noi si rendono conto che esiste una relazione intima fra la libertà della parola e lo stato di meditazione. Non sarà necessario imporre alla mente una quiete forzata. Ogni limitazione costituisce una forma di violenza. Ogni regolamento è una forma di sottile violenza contro se stessi. Come educare la mente in modo che non ci sia bisogno di forzarla a fare o non fare qualcosa? È necessario imparare come si osserva. Osservare significa guardare una cosa da un punto di vista non soggettivo; osservarla senza valutare né giudicare. Il processo di gradire o sgradire, di comparare e giudicare, complica le percezioni. Come educare la mente a osservare? Un sistema è quello di guardare i movimenti mentali; guardarli in una quiete sostenuta, continua. All’inizio lo stato di osservazione durerà soltanto un secondo o due, dopodiché si ricadrà immediatamente nell’abitudine di chi fa, esperisce, interpreta e così via. Bisogna essere consapevoli dello stato di disattenzione

Vimala Thakar
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Ora, il termine “meditazione” ha un’infinita varietà di associazioni, per cui vorrei chiedere a voi tutti di prestare una speciale attenzione alle implicazioni della parola. Non è mia intenzione usare la parola “meditazione” nell’accezione “meditare su”, “meditare circa”. Nella vostra lingua meditare implica un’attività mentale o cerebrale, in cui c’è una relazione di soggetto e oggetto. Io – un individuo -contemplo, medito circa qualche oggetto, qualche punto prestabilito da me o da qualcun altro per me. In tal senso “meditare.” significherebbe focalizzare la propria attenzione, per un tempo determinato, esclusivamente su un punto prestabilito e implicherebbe lo sforzo conscio di focalizzare l’attenzione su quel punto e di mantenerla.

Dunque si tende a credere che la meditazione sia l’attività mentale che focalizza l’intera attenzione su un punto e qui la mantiene tenacemente. Ma tale attività mentale va denominata “concentrazione” e non “meditazione”. Nella lingua sanscrita ci sono due parole diverse: dharana e dhyana.
Dharana significa tenere, sostenere l’attenzione: la parola corrispondente nella vostra lingua è “concentrazione”.
Cercherò di “tradurre nella vostra lingua le implicazioni del termine dhyana: intendo, infatti usare la parola “meditazione” come il corrispondente nella vostra lingua del termine sanscrito dhyana.

Dhyana o meditazione è lo stato in cui c’è una consapevolezza senza sforzo e senza scelta di ciò che la vita è dentro e intorno a noi. Si tratta dunque di uno stato, di un modo d’essere,. non di un’attività. Fra le due cose c’è tutto un mondo di differenza Si può crescere fino a fiorire in tale stato. La meditazione, in altri termini, è vivere in un’attenzione dinamica, in una consapevolezza dinamica di ciò che la vita è: è un movimento disinibito, incondizionato della coscienza individuale, in armonia con il ritmo della vita universale. …

Brani sulla meditazione. Parte di un discorso tenuto da Vimala Thakar a Matheran.
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Se sono attaccato alla verità che ho compreso, allora la vivo in pace, senza fare pubblicità per lei, senza farne un affare, senza parlarne, nella nobiltà della mia vita dignità interiore, della mia integrità e della mia libertà. Vivo la mia comprensione e ne pago il prezzo in ciò che concerne le ricompense sociali.
Vimala Thakar
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