L’UNICA RAGIONE PER SPOSARSI

Santo cielo che sgomento. L’altro giorno una mia amica mi chiede: «Ci sei il 20 agosto?». E io: «Mah, non saprei, può essere che sia ancora in vacanza…». E lei: «No, ma non di quest’anno. Dell’anno prossimo. Sai, perché mi sposo». Minchia. E me lo chiedi un anno prima? «Be’, i preparativi son lunghi…» Ma neanche Sanremo Pippo lo prepara con tanto anticipo. Mamma mia. La lista nozze da Bulgari, la balilla, lo strascico e l’organista in chiesa che suona l’Ave Maria di Gounod. Non credo proprio. Innanzitutto non me la sento di giurare di amare per tutta la vita lo stesso uomo. Lo spero, questo sì. Ma come faccio a saperlo. E poi giurare davanti a LUI. Che non è mica uno qualsiasi. LUI mi legge negli occhi e nel cuore.
E lo sa, perché mi conosce come le sue tasche, che non ci credo alla fedeltà. Ma il mio boy pressa. «Sposiamoci.» Ma perché? «Per essere una famiglia.» Ma lo siamo già. «Perché ti amo.» Pure io, che c’entra. «Per la reversibilità della pensione.» Che bella prospettiva di vita. «E allora andiamo sul frivolo… Per l’addio al celibato con strip e lap dance.» Ma che tristezza. «Perché così ti metti l’abito bianco.» L’ho già messo nel film di Aldogiovanniegiacomo. «Per il viaggio di nozze a Palma di Maiorca.» Piuttosto mi iscrivo all’Isola dei famosi. No grazie. C’è un solo motivo vero. Un’unica ragione. Io lo sposerei soltanto per sapere come qualificarlo e qualificarmi di fronte al mondo. Chi è lui? Lui??! È mio MARITO. E io chi sono? Io??! Sono sua MOGLIE. Ohhhh. Che soddisfazione. Invece adesso è un disastro. Sono stufa. Non so mai come presentarlo. Come lo chiamo? Il mio partner? Quella parola lì, partner, la usano solo i ginecologi. Anzi. I ginecologi, Morelli a Buona domenica e Crepet a Porta a Porta. Il mio fidanzato? Fuori tempo massimo. Il fidanzamento, per sua natura, non può durare decenni. Allora il mio ragazzo. Ma come si fa. Il mio ragazzo è un’espressione che usavo alle medie. Adesso galoppiamo verso i 40. Dovrei dire il mio uomo. Bleah… Il mio uomo lo usa solo Carmen Russo quando parla di Truciolo. Forse compagno. Il mio compagno. Peccato che abbiamo finito le superiori un secolo fa. E poi compagno c’ha anche una valenza politica. Roba da girotondi. Dovrei come minimo mettermi con Fassino. Il mio lui? La mia lei? Tutto l’amore in un misero pronome? Meschino. La mia metà? Per me è impossibile. E esattamente il mio doppio. Gli manca poco per essere il mio triplo. Guarda. Forse un giorno lo sposerò a Las Vegas. Matrimonio valido solo per lo stato del Nevada. Vado lì, lo sposo e quando torno non sono sposata. Tutto come in un brutto sogno. Così si leva il pallino. Per tutta la vita lui il mio maschio dominante e io la sua fata ignorante. Ma solo in Nevada.
LUCIANA LITTIZZETTO, COL CAVOLO
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