FRASI SULLA SHOAH

 

 

 

 

 

Esiste il male?
Si.
Il ricordo lo cancella?
No.
Ci aiuta a capire quale strada evitare?
si.
Non so chi sono.
Attraverso certi ricordi
ho il quadro esatto di non voglio essere
sentire, vedere, immaginare.
Mai più.
Anton Vanligt

***

Chi ha creato Israele? Non ci sarebbe stato Israele senza la Shoah
George Steiner fa risuonare, Il processo di San Cristobal
***

Sion è risorta dai crematori e dai carnai. La nazione ebraica è risuscitata da questi milioni di morti
François Mauriac
***

Ho appena finito di leggere La casa delle bambole e provo nel più profondo di me la mostruosità di questo genocidio terrificante. […] Attraverso l’orrore e l’impotenza, sento crescere in me uno straordinario bisogno di essere forte, forte da piangere. Voglio diventare tagliente come una lama, calma e terribile! Voglio avere la certezza che questi sguardi insondabili non guarderanno mai più attraverso barriere elettriche! Ciò non accadrà più se io sono forte! Se tutti noi siamo forti! Ebrei forti e fieri! Che non saranno più condotti al macello
Ofer Feininger
***

 

La cioccolata vera.

Mi attirarono fuori dalla baracca
con promesse di cioccolata
e parole come ”Schätzchen”,
ma le altre donne sapevano,
e, ancor prima di udire i rumori là fuori,
mi chiamarono puttana dei soldati.
Anch’io sapevo,
ma la fame ha un modo tutto suo di cambiarti,
e di farti scordar chi sei.
Buffo, come vi possa essere speranza nella disperazione.

Gettarono la cioccolata per terra
e risero: ”Da friß.” La desideravo da impazzire,
ma il sapore fu di fango. ”Dreh dich rum, Judenschwein.”
Vidi enormi stivali neri, paia e paia,
e il terreno così fangoso
da far sprofondare il mio corpo.
Tirai su il mio abito da prigioniera ed allargai le gambe.
Erano così leggere e s’aprirono così facilmente
che ringraziai Dio, sapevo
che non avrei resistito.
Questo corpo non è più mio, questa fame;
finalmente, non c’è più motivo di lottare.

Mi chiedo ora se il loro desiderio di me
fosse una brama di morte:
fottere una donna calva ch’era soltanto pelle e ossa,
la cui unica salvezza era una tazza di zuppa acquosa
per cena, una fetta di pane raffermo,
e forse, se i soldati l’avessero di nuovo voluta,
questa volta, un pezzo di cioccolata vera.

Stewart J. Florsheim
****

La Divina Commedia sarebbe
un’opera di grande sensazione
se Dante, invece che all’Inferno,
fosse stato nei campi di concentramento.

Halina Szuman, Auschwitz, 1944
***

Capelli morti
che un tempo abbellirono
il capo di giovani donne
ed ora giacciono
dietro vetro trasparente.

Scarpe vecchie
che calzarono i loro piedi
e li condussero qui.

E vecchi occhiali,
denti finti,
alcune stampelle, e
qualche protesi.

Michael Etkind

SociBook del.icio.us Digg Facebook Google Yahoo Buzz StumbleUpon

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *